2001 - ALIGI SASSU l'opera ceramica - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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2001 - ALIGI SASSU l'opera ceramica

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica
il Tornio Notiziaruio Culturale della Ceramica


ALIGI SASSU
l'opera ceramica


Museo Civico d'Arte Contemporanea - Albissola Marina
Museo della Ceramica Manlio Trucco - Albisola Superiore
dal 10 marzo al 13 maggio 2001


Sabato 10 marzo 2001 nelle Albisole, presso il Museo Civico d’Arte Contemporanea (Marina) e il Museo Manlio Trucco (Superiore), si è inaugurata la mostra "Aligi Sassu, l’opera ceramica".
Si tratta di una mostra, già presentata sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza il 28 ottobre 2000, con un ricco catalogo curato dal Prof. Bojani, in collaborazione con Carlos Jiulio Suarez Olivares e l’Archivio Aligi Sassu, con testi dello stesso Bojani e Milena Milani, edizione Il Vicolo di Cesena.
Un occasione per gli albisolesi amanti dell’arte di ammirare le opere ceramiche realizzate dal grande maestro, ma anche un occasione per riflettere su due fatti insindacabili che si fondano sulla constatazione che le opere raccolte, e testimoniate in catalogo, sono quasi tutte realizzate nei forni albisolesi.
Il primo che Faenza, attraverso la mostra dedicata a Sassu, legittima Albisola riconoscendole un ruolo fondamentale nell’ambito dell’arte del novecento.
Il secondo che Aligi Sassu, oltre che un grande maestro, è l’esempio di come gli artisti vivono Albisola e di come gli albisolesi vivono l’arte. Infatti egli, sardo di origine, milanese di adozione, senti la voglia di partecipare alla vita sociale del paese sino a candidarsi a consigliere comunale di Albissola Marina. Il paese lo riconobbe e lo elesse dimostrando cosi una correlazione fra vita artistica e sociale che a mio avviso fu l’arma che permise ad Albisola di essere punto di riferimento mondiale negli anni ’50 e ’60.
Certo oggi Albisola non ha le risorse finanziarie per competere con altri comuni di Antica Tradizione Ceramica ma di Nuove Aspirazioni Artistiche (si pensi a quello che fanno Castellamonte, Castelli, Faenza o Fiorano Modenese, con il suo Centro Museale della Ceramica). Ma le idee e la progettualità non costano. Perché invece che "comprare" una mostra bella e importante, ma già vista (anche se gli amministratori di Albissola Marina, con scarso senso del dovere, non sono andati all’inaugurazione faentina), non si è fatto uno sforzo per testimoniare quanto scritto sopra?
Aligi Sassu fu, assieme al consigliere Testa, il padre della Passeggiata degli artisti, che era l’opera, prima dei lavori di rifacimento, più ecclatante di Albisola. Il segno reale di una stagione, gli anni ’50 e ‘60, straordinaria per intensità e contenuti. La ceramica in quegli anni si è scrollava di dosso la definizione di arte applicata.
Questa correlazione fra vita artistica, pubblica e sociale oggi si sta affievolendo. Le responsabilità sono di tutti: artisti, ceramisti, amministratori e albisolesi. All'inaugurazione odierna mancavano persone che avrebbero dovuto esserci e mi riferisco ad artisti che dovranno, o dovrebbero, colmare i vuoti lasciati dalla morte recente di autori che hanno fatto grande albisola, la presenza dei ceramisti non è stata certo rilevante, fatta salvo la partecipazione di alcuni. Questo fatto non esime nessuno dalla critica di scarsa partecipazione del paese agli eventi artistici e questo dato non è confortante e dovrebbe fare riflettere. Chi ama il nostro paese deve fare ogni sforzo per non subire gli eventi, per ricreare un dibattito, per essere prepositivo, per partecipare alla vita del paese senza sottrasi.
Bisogna avere obiettivi precisi, sapere cosa fare (oggi Albisola ha necessità di riaccendere un dialogo artistico e di vivere l’arte sentendola come un bene fondamentale per lo sviluppo del paese), bisogna cogliere ogni occasione per contribuire al raggiungimento degli obbiettivi prefissi.
Subire una mostra, se pur importante come quella dedicata ad Aligi Sassu, non basta.
Credo che in questa ottica l’intervento di qualche bontempone dotato di spirito gogliardico che ha attaccato tre nuove foglie a "L’Albero della Memoria" di Milena Milani, se pur da condannare perché comunque è fatto su un opera altrui, possa trovare significato.


L'Albero della Memoria di Milena Milani, 1998

L’Albero delle Memoria di Milena Milani, creato nel 1998 in occasione di Spiaggiarte, è una struttura lignea stilizzata alla quale sono attaccate tante foglie in legno sulle quali sono dipinti i nomi degli artisti morti.
Sulle "nuove foglie" attaccate abusivamente sta scritto: toccatevi le palle, altamente pericoloso, milena milani. Certamente non vi è nessuna correlazione di effetto-causa, ma indubbiamente una correlazione temporale esiste, per cui la morte di ben 8 artisti in due anni ha fatto sorgere ingiustamente il dubbio che tale opera abbia influenza negativa sulla vita degli artisti.
Al di là delle superstizioni rimane il fatto che è ben giusto ricordare il passato, ma ancora più doveroso superarlo liberandosi di un immobilismo programmatico e culturale che vive solo di ricordi.
Compiacersi del passato, vivere di esso non ha futuro.
In questo senso l’intervento dissacratorio, se pur da condannare, potrebbe trovare una sua legittimazione.
Rispettiamo il passato, ma prendiamo consapevolezza anche che Albisola non potrà farsi bella di nostalgie ancora per molto. L’epoca dei ricordi sta per finire e allora ci sarà necessità di nuovi attori, prendendo le giuste distanze dal fumo con cui alcuni cercano di abbellire il loro operato.
L’impegno di oggi sta nel lavorare in tal direzione.Anche quando, doverosamente, come in occasione della mostra dedicata ad Aligi Sassu, si ricorda il passato.

Tullio Mazzotti, albisola il 10 marzo 2001






 
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