2001 - Vallauris - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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2001 - Vallauris

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica
il Tornio Notiziaruio Culturale della Ceramica

   VALLAURIS
   di Roberto Giannotti
  

   Vallauris: nei secoli la memoria storica si perde, ma sono certo che per molti albisolesi venga naturale pensare ad una forma di parentela con questa cittadina a ridosso della Costa Azzurra, che la storia ci dimostra essere veramente stretta. Il 29 aprile 2001, Vallauris ha celebrato con una festa i suoi 500 anni. In realtà, questa bella località a pochi chilometri da Cannes ha una storia bimillenaria, ma nel 1480 fu colpita da un'epidemia di peste che la rese inabitabile per oltre 20 anni. Fu così che il 20 aprile 1501 i potenti Lascaris affidarono queste terre a 70 famiglie della Riviera, con l'obbligo di versare contributi annuali all'Abbazia ancora oggi esistente delle isole di Lérins, di fronte a Cannes. Tra queste famiglie ve ne erano diverse di ceramisti albisolesi: non solo contribuirono alla rinascita della cittadina, ma la caratterizzarono per sempre sviluppando l'arte della ceramica forti della loro tradizione già secolare a quei tempi. Non fu l'unico caso: nel corso del '500 gli albisolesi furono intraprendenti e coraggiosi artigiani pronti a percorrere le strade di Francia, stabilendosi a Nevers come a Lione dando vita a nuove manifatture. Così è rinata Vallauris sulla carta geografica, così è nata la ceramica di Vallauris splendidamente legata alla cultura mediterranea. I punti di contatto con Albisola non si fermano per" alle origini: è indubbio che anche a Vallauris l'arrivo degli artisti, nel corso del XX secolo e specialmente negli anni '50, ha segnato un'epoca e tracciato la strada di un futuro per la ceramica nel rinnovamento dell'attività artigianale.
   Vallauris, non dimentichiamolo, nel secondo dopoguerra ha avuto Picasso.
   Anche in questa cittadina che guarda lo stesso mare che vediamo noi, l'arte contemporanea ha trovato dunque un terreno fertile scoprendo le infinite possibilità espressive con un media così antico quanto versatile, ricambiando in termini di rinnovata risonanza culturale come dimostrano le Biennali della Ceramica iniziate nel 1968. Oggi il futuro di quest'arte antica, a Vallauris come Albisola, è anche nel design oltre che nella tradizione, cioé nella possibilità di dare alla ceramica nuove forme, funzioni ed emozioni come viene richiesto dalle tendenze contemporanee dei nostri modi di vita. Per questo a partire dal 1998 la città di Vallauris invita ogni anno due designers che studiano e realizzano i loro lavori presso gli ateliers della cittadina, con la finalità di ricollegarsi alla ceramica utilitaria tradizionale di Vallauris. Olivier Gagnére e Martin Szekely nel 1998, Francois Bauchet e Ronan Bourroulec nel 1999, Jasper Morrison e Pierre Charpin nel 2000 hanno preceduto i designer scelti per il 2001: Roger Tallon e il gruppo Radi Designers. Questa importante operazione è finanziata dal Ministero Francese della Cultura e della Comunicazione. Nella commissione che seleziona i designers è presente Sandra Benadretti-Pellard, conservatrice del Museo Magnelli e del Museo della Ceramica di Vallauris, nonché Dominique Forest, conservatrice al Museo delle Arti Decorative di Parigi. Radi Designers è costituito da Florence Doléac, Laurent Massaloux, Robert Stadler, Olivier Sidet, giovani interpreti nominati nel 2000 "Creatori dell'Anno" al prestigioso Salone del Mobile di Parigi. Il fatto di non essersi mai occupati di ceramica ha permesso ai 4 designers di avvicinarsi alla materia a "mente fresca", chance ideale per mettere in moto il massimo della creatività utilizzando tecniche antiche. Così, sfruttando ad esempio le possibilità del "colombino" sono nate spendide maniglie "annodate" per porte (Doléac) o sottopiatti (Massaloux). Sidet invece esplora il binomio permeabile/impermeabile, realizzando intriganti riserve d'acqua per piante in vaso, in parte smaltate e in parte no, con l'acqua che trapassa nella terra per capillarità, mentre Stadler gioca con la ricomposizione di elementi di produzione seriale.
   Roger Tallon, nato a Parigi nel 1929, proviene invece da un design applicato alla tecnologia avanzata: citiamo tra i suoi progetti il treno Eurostar e la nuova funicolare di Montmartre. L'abitudine a valutare con precisione spazi e funzioni emerge anche nel progetto ceramico "picnic", una serie di contenitori multifunzionali impilabili, dal design rigoroso.
   Chiaramente emerge il raffronto tra le generazioni e gli approcci diversi: più poetico e giocoso quello di Radi, legato alle problematiche produttive quello di Tallon.
   Ma cos'é oggi Vallauris?
   Il Museo della Ceramica è una realtà di assoluto prestigio, ambientata in uno splendido castello del XVI secolo dove le mostre temporanee si alternano in aggiunta alle collezioni permanenti, che comprendono il Museo Magnelli oltre alla emozionante Cappella decorata da Picasso con l'opera monumentale "Guerra e Pace". Esiste poi l'Associazione dei Ceramisti, il Syndicat Artisans Potiers, che ha stabilito una Carta della Qualità alla quale gli aderenti si devono attenere e che raduna 36 ditte tra quelle presenti a Vallauris.
   La prima impressione è per" interlocutoria; la maggior parte delle botteghe e dei negozi nella centrale Avenue George Clemenceau mostra una grande quantità di oggettistica di genere eccessivamente turistico, con le classiche oliere e servizi di piatti in uno stile provenzale un p" "globalizzato" anche se non del tutto sgradevole, la cui rispondenza alla tradizione è per" tutta da provare.
   Anche qui il ricordo degli anni '50 sfuma nell'idealizzazione di un periodo d'oro, incredibilmente bello. Picasso conosceva bene questi luoghi, frequentati in estate già prima della guerra. Poi arriva l'incontro con Georges e Susan Ramié del'atelier Madoura e l'incredibile esplosione di creatività nella scoperta della ceramica, dove Picasso pu" attuare l'incontro per lui fondamentale tra pittura e scultura. Vallauris assume in breve rilevanza internazionale. Nell'atelier Madoura o in quello del Tapis Vert di Claire e René Batigne passano Matisse, Brauner, Chagall, Ozenfant, Verdet...Nonostante molti studiosi ne abbiano parlato, è tale l'intreccio di storie, eventi e personaggi che i margini per nuovi spunti di riflessione sono illimitati, anche per i rapporti tra Vallauris e Albisola.
   Penso al viaggio di Esa Mazzotti a Vallauris e all'incontro con Picasso, o alle partecipazioni dei nostri artisti alle Biennali della Ceramica. La Provenza e la Costa Azzurra sono sempre lì, con i cieli luminosi, con i profumi eccezionali, con i golfi dalla bellezza mozzafiato, con i bei cespugli di lavanda odorosa. E' ancora una splendida cartolina, in bilico tra un passato glorioso e un futuro sfumato di inquietudine nella cementificazione selvaggia e nei cambiamenti socio-demografici, alla quale rispondiamo: "Saluti da Albisola, con affetto".
   E' chiaro che ritrovarsi in questi paesini di Provenza come Vallauris, Grasse, Biot, ed essere accompagnati nelle viuzze da melodie arabe che escono ad alto volume dalle finestre delle piazzette principali, dà un senso di angoscia e di tristezza che si prova per qualsiasi cosa che si è persa per sempre. Qualcuno la chiamerà "integrazione", io la chiamerei "disintegrazione" di un territorio, di una storia con le sue atmosfere, le sue tradizioni, i suoi personaggi. A questo aggiungiamo anche la cementificazione selvaggia, (questo grazie anche a noi italiani) e il gioco è fatto.
   Le differenze tra le zone ricche e quelle più disagiate si fanno per" più evidenti: al salotto di Montecarlo fanno da contraltare i quartieri sempre più poveri e malfamati di Nizza, dove le macchine con targa italiana provenienti dall'autostrada vengono assaltate quando sono ferme ai semafori. Il gran numero di giornali arabi in tutte le edicole ci indicano che la Vallauris di Picasso è un bellissimo ricordo.






 
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