2003 - 15 anni di Museo - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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2003 - 15 anni di Museo

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica

   15 ANNI DI MUSEO
   di Roberto Giannotti  
    

   La Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti 1903 nell’anno del centenario ha celebrato un’altra importante ricorrenza, quella dei 15 Anni di Museo. Lo ha fatto con una magnifica mostra che si è tenuta al Museo Civico d’Arte Contemporanea di Albissola Marina,  dal 4 al 26 ottobre, con il contributo del Comune di Albissola Marina e della Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e molti prestigiosi patrocini: Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Albisola Superiore, Fondazione Cassa di Risparmio di Savona, APT Riviera delle Palme, Il SecoloXIX, Confartigianato. La mostra è stata curata dal critico Franco Dante Tiglio su un progetto coordinato insieme a Tullio Mazzotti per testimoniare l’attività del Museo, cosa che ha portato a selezionare 49 artisti con le loro opere realizzate nell’arco di questi 15 anni principalmente nei forni della fabbrica.
   Da ricordare che negli ultimi tre lustri sono stati 131 gli autori che hanno frequenatato i laboratori Mazzotti. La giornata inaugurale è vissuta sulla sentita presentazione di Bepi e di Tullio Mazzotti; del sindaco di Albissola Marina Stefano Parodi sempre in prima linea sull’arte insieme all’assessore alla cultura Marta Peluffo; di Bruna Magi, Milena Milani e del sottoscritto a confermare una unitarietà di intenti e l’ennesima dichiarazione d’amore verso la ceramica albisolese, di fronte ad un pubblico strabocchevole punteggiato ovunque dalla presenza degli artisti, veri protagonisti del evento.
   Poi si sono aperti i battenti della mostra, ed è stato come alzare il sipario su di un bellissimo teatro contemporaneo, sfavillante di luci e di colori, merito del curatore e di chi ha progettato questa mostra, anche a livello di allestimento, in uno spazio non facile. Si è trattato, come sempre quando lavorano Tullio Mazzotti e Dante Tiglio, di una mostra viva e in progress.
   L’idea progettuale infatti ha previsto, oltre alla selezione delle opere di questi 15 anni, anche l’invito agli artisti a realizzare i loro lavori in fabbrica appositamente per l’evento nei mesi che hanno immediatamente preceduto la celebrazione. I molti visitatori che hanno frequentato la Casa Fabbrica Museo G. Mazzotti 1903 in questo anno del centenario denso di iniziative e di serate, hanno così avuto la possibilità di assistere alla creazione delle opere che crescevano, si formavano, si coloravano nel sancta sanctorum della fabbrica in mezzo al calore dei forni, sotto i loro occhi e soprattutto sotto quelli attenti e severi di Dante Tiglio.
   Come sempre è impossibile riassumere con qualche citazione le settanta presenze tutte significative. Certamente alcune delle opere realizzate nel 2003 colpiscono per la loro attualità e freschezza come il pannello realizzato da Gianni Celano Giannici in terracotta maiolicata con tubi al neon, dal titolo “Se deve dirmi qualcosa lo dica subito se no continuo a volare” dove la commistione di materiali alleggerisce straordinariamente la materia dandogli sembianze di un pensiero che viaggia alla velocità della luce. Sempre tra le opere realizzate per l’occasione ricordiamo quelle di Attilio Antibo, Oscar Albrito, Dario Bevilacqua, Aurelio Caminati, Secondo Chiappella, Carla Crosio, Sergio Dangelo, Enzo L’Acqua, Adriano Leverone, Nicolino Librandi, Jiansheng Li, Barbara Mignone, Claudio Manfredi, lo stesso Tullio Mazzotti, Milena Milani, Giorgio Moiso, Paolo Parini, Renza Sciutto, Gino Peripoli, Lucrezia Salerno, Giovanni Tinti, Giorgio Venturino, Sandro Lorenzini. I lavori di questi artisti hanno reso ancora più interessante l’evento, aggiungendo all’importanza delle opere della retrospettiva la loro testimonianza di update sullo “stato dell’arte” e la vitalità del Museo. Tra quelle realizzate negli anni precedenti ricordiamo le opere di Carlos Carlè, Ugo Nespolo, Giacomo Lusso, Roberto Bertagnin, Ignazio Moncada, Walter Morando e il grande Gorilla di Franco Bratta, cotto a Biot nello studio di Jackie Coville che fu di Fernand Legér. Per concludere il commento su questa mostra, parafrasando il dibattito sugli O.G.M., ci troviamo di fronte all’esaltazione della secolare biodiversità albisolese nelle sue naturali contaminazioni contemporanee contro gli effetti uniformanti della globalizzazione. Dunque niente arte geneticamente modificata, ma solo pura Albisola 100%.




 
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