1999 - Il canto del cigno della Passeggiata degli Artisti di Albisola - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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1999 - Il canto del cigno della Passeggiata degli Artisti di Albisola

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica
il Tornio Notiziaruio Culturale della Ceramica

Il Canto del cigno della Passeggiata degli Artisti di Albisola
Un poco di chiarezza e un parere autorevole sui lavori di rifacimento

di Tullio Mazzotti


    
Il giorno 15 settembre 1999 veniva riportato su IL SECOLO XIX un comunicato stampa diffuso il giorno 9 agosto in cui esprimevo la mia opinione in merito ai lavori di rifacimento del lungomare albisolese.
       Nella sostanza sostenevo che la passeggiata aveva valore non solo per i venti pannelli realizzati su bozzetto degli artisti, ma anche per tutti quei particolari di complemento che ne determinavano il sapore e la datavano storicamente.
       Poco dopo la giunta guidata da Stefano Parodi conferiva ad Adriano Bocca (che dalla precedente amministrazione aveva ricevuto pubblicamente un ringraziamento per il contributo fornito alla realizzazione del progetto) l'incarico di consulente artistico sui lavori di rifacimento e diffondeva una risposta ufficiale in chiaro contrasto con i concetti da me espressi.
       In allora affermavo che viste le condizioni di deterioramento si poteva considerare la strada del rifacimento in contrapposizione al restauro, ma che nel caso appunto del rifacimento si sarebbero dovute adottare alcune precauzioni quali: il recupero (almeno parziale) dei pannelli esistenti ed originali, la riproduzione fedele dei particolari di complemento ai pannelli quali le pietre, le aiuole e tutto quanto poteva riprodurre il sapore originario.
       Contestavo il fatto che procedendo secondo il progetto approvato a lavori finiti non si otterrà una copia fedele della Passeggiata degli Artisti, ma al contrario verrà realizzata un’opera diversa dall’originale se non un falso storico.
       Ne scaturì una polemica selvaggia che culminò con la richiesta, formulata il 30 settembre 1999 dai consiglieri di minoranza al Sindaco, della revoca "... dell’incarico alla cultura a chi non solo ha palesato incapacità nello svolgimento, ma ha sopratutto dimostrato eccesso di protagonismo".
       Per il 16 settembre 1999 fu convocato appositamente un Consiglio Comunale e la richiesta fu respinta, ma prima di allora diverse dichiarazioni e prese di posizione si alternarono sui giornali.
       Ne vogliamo riportare alcune.
       Giancarlo Rossello dichiarava su IL SECOLO XIX del 17 settembre 1999 "Respingo l’accusa che alla fine dei lavori la passeggiata sia un falso storico. Il vero valore di queste opere sono i disegni, i bozzetti realizzati dagli artisti e non l’opera in sè. Più che un intervento culturale si tratta di un opera pubblica".
       Stefano Parodi scriveva su IL LETIMBRO del 1 ottobre 1999 "Il rifacimento della Passeggiata degli Artisti sarà seguito da un consulente artistico, sono già stati contattati tutti gli artisti ancora viventi, saranno salvate alcune parti del manufatto, si avrà la massima cura di tutti i particolari di cornice (bordatura in pietra, lampioni, panchine eccetera) per far si che l’opera realizzata sia conforme all’idea originaria ..... Si allegano ulteriori chiarimenti tecnici ...si ritiene che la critica mossa al progetto, che produrrebbe un falso storico sia priva di fondamento. A suo tempo fu deciso di riprodurre sulla pavimentazione della passeggiata i disegni realizzati dai migliori artisti che all’epoca lavoravano e risiedevano in Albissola Marina e fu deciso che il sistema migliore per realizzare tutto ciò fosse il mosaico. Il lavoro fu realizzato con materiali industriali e con l’impiego di maestranze edili. Pertanto gli unici originali esistenti sono i disegni degli artisti che sono conservati a cura dell’Ufficio Cultura del Comune".
       Cecili Chilosi pubblicava su IL LETIMBRO del 17 settembre 1999 (articolo già apparso su IL TORNIO ) "Ad Albissola Marina le ruspe stanno inesorabilmente distruggendo, nell’indifferenza generale, la Passeggiata degli Artisti, monumento unico ed irripetibile di arte ambientale che srotolandosi -come un sorprendente tappeto policromo (Gianni De Micheli) fiancheggia per ottocento metri il lungomare cittadino......In nessun modo la presenza dei disegni autentici degli autori, privi peraltro di una implicita previsione di tipo seriale, potrà legittimare l’operazione il cui prodotto, nuovo, smagliante, privo di rotture e lacune sarà, pur nelle migliori intenzioni, sempre e comunque un falso".




A distanza di alcuni mesi, mentre i lavori procedono, vogliamo pubblicare il testo della consulenza -fornita su mia richiesta- dalla D.sa Martina Corgnati in merito all'esecuzione dei lavori.

All’attenzione del Sig. Tullio Mazzotti
Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti
Viale Matteotti
Albissola Marina - SV.

Oggetto: Valutazione estetico - critica relativa al rifacimento della "Passeggiata degli artisti" di Albissola Marina attualmente in corso.



In riferimento ai colloqui intercorsi, considerate le obiezioni sollevate in merito ai lavori attualmente in corso sulla "Passeggiata degli artisti" di Albissola e ampiamente diffuse dalla stampa locale (cfr. "Il Secolo XIX" 15/5/99 e "Il Secolo XIX" ven. 17/9/99 a firma C.Caviglia e "Il Letrimbo" ven. 17/9/99 a firma C. Chilosil) e dopo il sopralluogo effettuato in data 8/11/1999, posso esprimere i  seguente parere su quanto richiestomi. Parere che, lo si specifica, prescinde da qualsiasi considerazione di carattere tecnico e funzionale sulla necessità dei lavori in via di effettuazione, ma si limita soltanto a considerare l’importanza ed il valore storico - artistico della "Passeggiata degli artisti" e l’impatto dell’intervento attuale sul valore sopraddetto.
       1) Com’è noto la "Passeggiata", costruita ed inaugurata nel 1963 è frutto in grandissima parte di un progetto che vede impegnato il Comune di Albissola e 20 artisti (Mario Rossello, Roberto Crippa, Mario Gambetta, Emanuele Luzzati, Emanuele Rambaldi, Nino Strada, Saba Telli, Giuseppe Capogrossi, Wilfredo Lam, Giambattista De Salvo, Lucio Fontana, Eliseo Salino, Agenore Fabbri, Antonio Franchini, Franco Garelli, Mario Porcù, Luigi Caldanzano, Antonio Siri, Aligi Sassu, Federico Quatrini) dieci liguri e dieci "forestieri" ma attivi ed operanti da tempo presso le aziende ceramiche della città. Artisti che collaborano attivamente all’iniziativa, preparando un bozzetto originale, studiato appositamente per il sito in questione ed "accettando" l’opera finita come conforme alla loro volontà ed alle loro intenzioni espresse indipendentemente dall’aver contribuito alla realizzazione manuale della stessa a fianco dei piastrellatori professionisti o meno. Sulla qualità di "opere d’arte" di questi elementi della "Passeggiata" (i 20 riquadri) non può quindi esistere dubbio alcuno. Ogni pannello è infatti firmato e soltanto la presenza di una firma non contestata è sufficiente a garantire la paternità dell’autore. L’obiezione appena sollevata, che l’esecuzione materiale operata da altri, da semplici "traduttori" della volontà degli artisti, comprometta irrimediabilmente lo statuto di opera d’arte dei pannelli stessi è poco sostenibile, in primo luogo perché il bozzetto, ritenuto l’effettivo "originale" dai sostenitori di questa tesi, non possiede un’esistenza per così dire completa ed autonoma indipendentemente dal progetto cui è finalizzato.
       L’artista, in altre parole, forse non avrebbe concepito un’idea di quel genere se al fondo non ci fosse stata la prospettiva di una passeggiata, di quella passeggiata e di quella collocazione. Non possiamo saperlo e non possiamo opinarlo. Il bozzetto esiste in relazione all’opera finita, così come l’opera finita è "garantita" nella sua fisionomia concreta dal bozzetto. Senza bozzetto l’opera è un’opinione. Senza opera il bozzetto è incompiuto.
       Esistono poi una quantità di esperienze relative alla pratica artistica degli ultimi 50 anni che spingono a rivedere la questione dell’identità dell’opera d’arte in rapporto ad oggetti "progettati" da artisti ed eseguiti da maestranze altre. L’esempio forse più pertinente nei confronti dei mosaici della "Passeggiata" è costituito da alcuni grandi pannelli in mosaico progettati da maestri contemporanei come Emilio Vedova, e realizzati da mosaicisti ravennati. Tali pannelli, approvati dagli autori dei cartoni anche se non eseguiti materialmente da loro, risultano essere a tutti gli effetti opere originali conservate presso la Pinacoteca Comunale di Ravenna ed esposte a fianco del cartone stesso. Per proporre poi ancora qualche altro esempio, si ricorderà l’artista concettuale americano Sol Lewitt, che progetta regolarmente grandi interventi ambientali a pannelli dipinti realizzati dagli assistenti, a volte addirittura senza la presenza dell’artista. Il grande murale di Fernand Leger nella Sala dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York non fu nemmeno visto dall’artista all’epoca impossibilitato ad ottenere un visto per gli USA, ma ugualmente approvato nonostante l’esecuzione effettuata da Bruce Gregory, ex-allievo di Leger. Addirittura nel 1922 il costruttivista ungherese Laszlo Moholy-Nogy s’ingegnò di dettare per telefono le istruzioni per dipingere un suo quadro, che poi firmò.
       Rispetto all’identità di un’opera d’arte originale, pare quindi difficile e altamente problematico dimostrare che esso possa identificarsi con qualcosa di diverso dalla conformità rispetto alle intenzioni dell’autore, sia egli l’esecutore materiale o no. Altrimenti dovremmo dire che le stesse fusioni in bronzo ottenute da gessi modellati da scultori altro non sono che volgari copie o riproduzioni o rifacimenti o contraffazioni dell’originale in quanto gli esecutori materiali sono, nella stragrande maggioranza dei casi, operai fonditori e non l’artista. Il che equivale a liquidare, fra l’altro, gran parte della produzione di Auguste Rodin, di Alberto Giacometti, di Marino Marini, di Arnaldo Pomodoro, e di quasi tutti i migliori modellatori del secolo.
       2) Eliminata quindi qualunque esitazione a proposito della natura e del valore di "opere d’arte" dei pannelli degli artisti, è lecito estendere questa dimensione all’intera "Passeggiata" che indubbiamente non deve essere intesa soltanto come nastro pavimentale piastrellato, ma come intorno visuale, bordatura, aiuole ed il loro contenuto, panchine ed altro? A questa domanda si ritiene di dover dare una risposta negativa, anche se problematica. I valori in gioco qui sembrano piuttosto quelli di una testimonianza di un intervento collettivo, e tutto sommato piuttosto unitario che nel 1963 ha inteso cambiare il volto del lungomare di Albissola Marina. E’ il tessuto connettivo che unifica gli interventi degli artisti e conferisce loro un significato spaziale e ritmico, così come il discorso chiarisce e precisa le risonanze della parola singola. Nessuno, quindi degli elementi che compongono la "Passeggiata" è veramente, completamente neutrale: per esempio le fasce longitudinali bianche ed azzurre (i colori della città), per esempio gli "intervalli" costituiti da segmenti di pavimentazione in pietra che conducono direttamente in strada , per esempio le bordature, e l’alternanza di zone di ombra e zona di luce.
       Tanto più che la "Passeggiata" è anche il contesto che incornicia le famose sculture di Albissola, concepita proprio per vivere in rapporto a quegli spazi e a quell’ambiente: le straordinarie Nature di Fontana, quasi materializzazione dei cerchi blu dell’intervento pavimentale, il Monumento ai caduti di Leoncillo, ed i Vasi di Cherchi e Garelli, opere di grande significato, che anzi, potrebbero risultare meglio valorizzate di una segnaletica adeguata, un pannello o almeno un’indicazione.
       3) Veniamo ora ad una valutazione dei lavori che oggi interessano questo documento senz’altro irripetibile di una determinata epoca e di un certo, eccezionale rapporto tra gli artisti e la località in sé. Nel corso del sopralluogo effettuato si è potuto notare facilmente lo stato di notevole degrado della pavimentazione originale (1963): quasi ovunque i pannelli degli artisti e le "pause" a strisce bianche e azzurre risultano compromessi nella loro integrità e leggibilità visuale da rotture, infrazioni nella continuità del tracciato e mancanza di numerose piastrelle. Indubbia quindi l’opportunità di un restauro magari unito anche, ci si permette di osservare, di una deviazione di almeno una parte del traffico che insiste sull’Aurelia situata proprio a fianco della "Passeggiata" in tutto il suo sviluppo. Se infatti, l’intenzione è di conservare, restituendo quanto più possibile alla bellezza e all’integrità originaria la "Passeggiata degli artisti", anche per una valorizzazione turistica della cittadina di Albissola (unica almeno in tutta la Riviera Ligure a poter vantare un patrimonio del genere), come fare a prescindere dall’impatto acustico ed ambientale, di un volume di traffico che dagli anni Settanta ad oggi è aumentato, qui come altrove, decine di volte?
       Purtroppo nei frammenti già restaurati di Passeggiata che si è avuto modo di esaminare personalmente, si riscontrano alcuni significativi difetti di carattere estetico: il materiale impiegato, in primo luogo, che contrariamente alle piastrelle originali si presenta brillante, traslucido, ed in qualche misura plastificato, specie in controluce: compromettendo irrimediabilmente l’effetto visivo originario. Maggiore conformità al materiale vecchio presenta invece il lavoro di Antonio Siri, restaurato ma utilizzando le medesime piastrelle del 1963.
       4) Sono state sensibilmente modificate le aiuole che contornano la passeggiata sul lato che fiancheggia l’Aurelia, utilizzando un tipo di pietra diversa da quello originale ed in modo tale da dar luogo ad un gradino più alto fra aiuola ed area calpestabile, piuttosto incoerente con il lato opposto. E vero che si tratta di un particolare non rilevante e comunque estraneo alle "opere" degli artisti. Ma è pur vero che se si considera la "Passeggiata" come un organismo unitario e piuttosto coerente, nonostante qualche inserimento successivo, tutti i dettagli rivestono un’importanza e sono funzionali alla costruzione di "quel" contesto per cui gli artisti hanno progettato il loro lavoro.
       Pertanto, ed in assenza di specifiche e vincolanti esigenze funzionali, si ritiene sarebbe stato preferibile usare esattamene gli stessi materiali, posizionati nella stessa maniera degli originali. Lo stesso dicasi per le essenze arboree e per le panchine: queste ultime, pur essendo un’addizione successiva alla "Passeggiata", hanno la peculiarità di risultare anch’esse il frutto di un progetto d’artista, nella fattispecie di Edoardo Arroyo, riconosciuto come uno dei massimi maestri spagnoli contemporanei. Elaborate specificatamente per Albissola con i colori tipici, bianco e azzurro, disposti in modo da delineare una bella "A" sul retro, queste panchine risultano quindi un’opera d’arte significativa, che nessun altro centro costiero può vantare.
       5) Rifare per rifare, eliminando completamente il fondo pavimentale originale, a questo punto si sarebbe potuto "osare" di più: per esempio consultando gli artisti ancora viventi (parecchi, da Aligi Sassu a Mario Rossello) chiedendo loro un nuovo intervento o una rielaborazione per la "Passeggiata1999" in rapporto anche al nuovo materiale usato. In ogni caso, a parere di chi scrive, Aligi Sassu avrebbe dovuto essere consultato prima di un intervento perché era stato proprio lui a presentare la proposta della "Passeggiata" al Consiglio Comunale insieme all’allora consigliere Adolfo Testa.
       6) Infine non ci si capacita come, avendo scelto la via del rifacimento integrale a partire dalla soletta, non ci sia premurati di conservare per quanto possibile almeno alcuni frammenti delle parti originali: che da soli avrebbero potuto riempire una fondazione d’arte e magari rivelarsi un fattore d’attrazione turistica. E’ la storia della città, alla fine, in gioco e attraverso uno dei suoi "monumenti" più importanti, unico forse in tutto il mondo. Proprio in considerazione di questo pregio ed unicità infatti, nel 1987 l’architetto Giovanni Brino, presentando il suo progetto di restauro, si preoccupava di salvaguardare al massimo grado il tessuto pavimentale originale non sostituendo una percentuale di piastrelle superiore al 10%!
       E per quanto riguarda le discontinuità visive, non è un argomento che dovrebbe preoccupare dato che anche la moderna filosofia del restauro sceglie di lasciare visibili gli interventi e le aggiunte posteriori.

       In fede  Martina Corgnati
       Milano, 15 novembre ’99




 
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